"Sapete come sono famosi i biscotti di Prato!"
Ad Antonio Mattei va attribuito il merito di aver fondato nel 1858 in via dell'Appianato, attuale via Ricasoli, a pochi passi da piazza del Comune, il più noto biscottificio pratese, oggi apprezzato in tutto il mondo, continuando a perfezionare una tradizione che aveva in città origini antiche.
Non solo poeti, pittori e drammaturghi (Curzio Malaparte, Ardengo Soffici, Sem Benelli) si profusero in lodi per i biscotti di Mattei, ma anche l'illustre gastronomo Pellegrino Artusi nell'Arte di mangiar bene inserì tra le ricette quella della mantovana, che la tradizione vuole sia stata tramandata a Mattei da due suore di Mantova ospitate cortesemente dal pasticciere nella sua casa.
Oltre alla mantovana, semplice dolce a base di farina, uova, zucchero e mandorle minuziosamente tritate, le specialità del Biscottificio Mattei spaziano dai brutti buoni, dall'aspetto poco accattivante ma dal sapore finissimo, preparati con mandorle, zucchero, albumi d'uovo e farina, al filone candito, composto da una pasta brioche farcita con canditi.
Ma è il fragrante biscotto con le mandorle, ideale se inzuppato nel vinsanto, confezionato in un inconfondibile sacchetto blu, il prodotto più celebre di Mattei.
Oltre che come biscotto di Prato, è conosciuto anche con il nome improprio di cantuccio o cantuccino.
I circa centocinquant'anni di attività del biscottificio, dal 1904 rilevato dalla famiglia Pandolfini, sono stati scanditi da una serie di prestigiosi preme, tra cui ricordiamo quelli ottenuti all'Esposizione italiana di Firenze nel 1861, all'Esposizione universale di Parigi nel 1867 e, in tempi a noi più vicini, il massimo riconoscimento assegnato da Arcigola Slow Food a un prodotto tipico regionale.
Il negozio di via Ricasoli ancora oggi è chiamato Mattonella per via dell'originale copertura a mattonelle variopinte che lo decorava negli anni '20 del Novecento.
Ricetta tradizionale
La prima ricetta documentata di questo dolce vecchio di secoli è un manoscritto, conservato nell'archivio di stato di Prato, di Amadio Baldanzi, un erudito pratese del XVIII secolo.
In questo documento i biscotti vengono detti alla genovese.
La ricetta fu poi ripresa, tra gli altri, dal pasticciere Antonio Mattei nel XIX secolo, che li portò all'esposizione universale di Parigi del 1867, vincendo una menzione speciale.
Le mandorle non vengono né tostate né spellate.
via Ricasoli, 20 - 59100 Prato - Italy
tel. 0039 (0)574 25756
mail:info@antoniomattei.it
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